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(Continua da pagina 1) una crisi umanitaria su scala più ampia. Le Nazioni Unite dovrebbero essere sostenute nel svolgere un ruolo di coordinamento nell'incanalare gli aiuti umanitari nelle zone di conflitto. 6. Protezione dei civili e dei prigionieri di guerra (POW). Le parti in conflitto dovrebbero rispettare rigorosamente il diritto internazionale umanitario, evitare di attaccare civili o strutture civili, proteggere donne, bambini e altre vittime del conflitto e rispettare i diritti fondamentali dei prigionieri di guerra. La Cina sostiene lo scambio di prigionieri di guerra tra Russia e Ucraina e invita tutte le parti a creare condizioni più favorevoli a tale scopo. 7. Mantenere sicure le centrali nucleari. La Cina si oppone agli attacchi armati contro le centrali nucleari o altri impianti nucleari pacifici e invita tutte le parti a rispettare il diritto internazionale, inclusa la Convenzione sulla sicurezza nucleare (CNS), ed evitare risolutamente incidenti nucleari provocati dall'uomo. La Cina sostiene l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) nel svolgere un ruolo costruttivo nella promozione della sicurezza e della protezione degli impianti nucleari pacifici. 8. Riduzione dei rischi strategici. Le armi nucleari non devono essere utilizzate e le guerre nucleari non devono essere combattute. La minaccia o l'uso di armi nucleari dovrebbe essere contrastata. La proliferazione nucleare deve essere prevenuta e la crisi nucleare evitata. La Cina si oppone alla ricerca, allo sviluppo e all'uso di armi chimiche e biologiche da parte di qualsiasi paese e in qualsiasi circostanza. 9. Facilitare le esportazioni di grano. Tutte le parti devono attuare pienamente ed efficacemente, in modo equilibrato, l'iniziativa per i cereali del Mar Nero firmata da Russia, Turchia, Ucraina e Nazioni Unite e sostenere le Nazioni Unite affinché svolgano un ruolo importante in tal senso. L'iniziativa di cooperazione sulla sicurezza alimentare globale proposta dalla Cina fornisce una soluzione fattibile alla crisi alimentare globale. 10. Stop alle sanzioni unilaterali. Sanzioni unilaterali e massima pressione non possono risolvere la questione; creano solo nuovi problemi. La Cina si oppone alle sanzioni unilaterali non autorizzate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. I paesi interessati dovrebbero smettere di abusare delle sanzioni unilaterali e della "giurisdizione a braccio lungo" contro altri paesi, in modo da fare la loro parte per ridurre la crisi ucraina e creare le condizioni affinché i paesi in via di sviluppo possano far crescere le loro economie e migliorare la vita della loro gente. 11. Mantenere stabili le catene industriali e di approvvigionamento. Tutte le parti dovrebbero mantenere seriamente l'attuale sistema economico mondiale e opporsi all'uso dell'economia mondiale come strumento o arma per scopi politici. Sono necessari sforzi congiunti per mitigare le ricadute della crisi e impedire che interrompa la cooperazione internazionale nei settori dell'energia, della finanza, del commercio alimentare e dei trasporti e comprometta la ripresa economica globale. 12. Promuovere la ricostruzione postbellica. La comunità internazionale deve adottare misure per sostenere la ricostruzione postbellica nelle zone di conflitto. La Cina è pronta a fornire assistenza e svolgere un ruolo costruttivo in questo sforzo.
LA PACE UN TERRENO INFIDO
Il Governo cinese ha reso pubblico un Piano per la soluzione della guerra in Ucraina Dalla rivista GRANMA Organo Ufficiale del Comitato Centrale del Partito Comunista di CUBA - autore: Elson Concepción Pérez
Se ci fosse la volontà di far sì che smettano di morire esseri umani in Ucraina e si realizzasse l’impegno di un cessate il fuoco totale, dell’eliminazione dell’invio di armi e munizioni a Kiev da parte dei paesi occidentali, e il reinizio del dialogo tra i governi russo e ucrainiano, il mondo farebbe un passo molto desiderato dall’umanità. Tutto questo oltre a por fine alla guerra, restituirebbe la credibilità a governi e organismi internazionali coinvolti nel conflitto. Questa potrebbe essere una possibile conclusione, un anno dopo l’operazione speciale russa che ha tentato di porre fine a un vero massacro perpetrato dalle forze più estreme di Kiev contro la popolazione d’origine russa nella regione del Dombass e altre in territorio ucrainiano. Il 24 febbraio, quando si sono compiuti 12 mesi di questa operazione militare, i morti e i feriti si contavano a migliaia e la distruzione materiale era incalcolabile, così come l’ingerenza straniera che ha esacerbato la guerra e ha convertito l’Ucraina in un campo di prove, muoiano quelli che devono morire. Lì, gli Stati Uniti e la NATO mostrano i loro mezzi bellici, una specie d’esperimento per conoscere se questi serviranno per una guerra più grande, quella che si sono proposti di portare avanti contro la Russia e più tardi contro la Cina. Venerdì 24, il Governo cinese ha reso pubblico un Piani per la soluzione della guerra in Ucraina. Ache se ha 12 punti uno basterebbe per ottenere la pace:«Tutte le parti devono appoggiare la Russia e l’Ucraina per far sì che lavorino nella stessa direzione e riannodino il dialogo diretto prima possibile, con il fine di scalare gradualmente la situazione e in ultima istanza, ottenere un cessate il fuoco generale». In un altro paragrafo il documento reso pubblico dal Governo del gigante asiatico sostiene che «le sanzioni unilaterali non possono risolvere la questione, e creano solamente nuovi problemi. La Cina si oppone alle sanzioni unilaterali non autorizzate dal Consiglio di Sicurezza della ONU. Ugualmente chiede che i paesi rilevanti smettano d’abusare delle sanzioni e della giurisdizione delle armi lunghe». Come ci si poteva aspettare, il Governo degli Stati Uniti ha immediatamente scavalcato la sfida cinese d’ottenere la pace, eliminare la politica delle sanzioni e sospendere l’invio di armi a Kiev. L’arroganza, come sempre, ha potuto più del raziocinio: «il conflitto potrebbe termiare domani se la Russia smettesse d’attaccare l’Ucraina e ritirasse le sue forze», ha affermato l’assessore alla Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan. Logicamente, il Governo statunitense non è preparato perché si questioni la sua attuazione di «polizia mondiale», la sua forma criminale di cercare risorse attraverso le armi che distribuisce per le guerre, e che muoiano tutti quelli che devono morire. Eliminare l’invio di armi a Kiev implica chiudere il rubinetto al Complesso Militare statunitense, che ha incontrato in Ucraina un laboratorio per esperimenti biologici letali e un campo di pratica per le sue nuove produzioni di armi. E ancora meno possibile nella logica di Washington, sarebbe eliminare le sue sanzioni contro la Russia, che per aggiunta sono state la matrice di una politica di sottomissione delle nazioni dell’Unione Europea, i cui governi si sono piegati agli ordini degli USA. L’altro componente bellico nel conflitto, la NATO, ugualmente «ha saltato come una lepre» conoscendo il Piano cinese di pace per l’Ucraina. Riassumendo, il conflitto attorno all’Ucraina continua a dibattersi in un terreno infido dove la conquista della pace non sembra essere la priorità tra coloro che continuano ad armare Kiev e ad arricchirsi con la guerra. - GM- Granma Int.
https://it.granma.cu/mundo/2023-02-27/la-pace-in-terreno-infido |